Ieri ho inaugurato la Pagina Facebook di Andra Lab. Ho inserito qualche post per riempire i primi spazi tra i quali questo che trovate di seguito, che ho anche condiviso sul mio profilo personale.

Stamattina ho trovato un messaggio personale che mi faceva notare, in modo scherzoso ma veritiero, che la mano fotografata era piena di peli.

Dico sempre che quel che dobbiamo imparare a fare è osservare
le nostre sensazioni
, e questo episodio è stato un ottimo laboratorio. Lo
prendo, dunque, come esempio pratico per raccontare quanto mi è successo:

La prima sensazione è stata nel corpo. La prima sensazione è
SEMPRE nel corpo, per quanto veloce sia l’elaborazione del nostro pensiero, i
nostri impulsi nervosi lo sono sempre di più.

Ho sentito una doccia gelida di vergogna, partire dalla spalle e scendere giù.

Poi è arrivato tutto ciò che è mentale: ‘Come ho fatto a non
accorgermene?’ ‘Può essere che sono così superficiale?’ ‘Proprio il primo post
della pagina’.

La vergogna si è insinuata in tutto il corpo. Le emozioni hanno preso il sopravvento.

Mi sono resa conto che stava arrivando lo stress. So che si sono attivati tutti gli istinti primordiali. Il meccanismo di attacco e fuga.

Ora tolgo la foto, che vergogna!’ ho pensato. Chiaramente volevo scegliere la seconda opzione. La fuga.

MAI agire in queste condizioni. Mai prendere decisioni. Ci si calma, si respira, si fa altro, si lascia andare…

Sono tornata ad osservare meglio l’immagine solo dopo qualche ora.
È vero: a un occhio attento non sfugge l’inestetismo. A un occhio attento non
sfugge neanche che la foto è molto ricercata. Ha toni delicati. Luci appropriate. E la
mano, in generale, è curata: ha unghie ben sistemate. Un filo nero al dito. Delicatissimo. E
quello che è in apparenza un inestetismo.

In apparenza.

Credo invece che quello che si osserva non è per nulla un
inestetismo, non una sciatteria, né una svista. Credo che quello che stiamo
osservando sia una scelta consapevole. Una volontà precisa, probabilmente anche un dettato
artistico. Qualcosa che può non piacere a tutti, è vero.

Ma dietro ogni cosa, ogni azione c’è una storia che non ci è dato conoscere.

Ora, a mente fredda, trovo quell’immagine imperfettamente meravigliosa. Anche se non la comprendo in pieno, né la condivido in pieno, penso sia insolita e coraggiosa. E mi ha dato modo di apprendere un po’ più di me.

Dunque, ricapitolando.

L’autosservazione pratica consiste nel:

  •          Osservare le sensazioni fisiche nel proprio corpo
  •          Osservare (senza giudizio) i pensieri mentali che arrivano
  •      Osservare le proprie emozioni.
  •          Osservare i meccanismi che si innescano (di solito attacco o fuga)
  •          Respirarci su e far passare un po’ di tempo.          
  •      Osservare le reazioni e i pensieri non immediati. Spesso il punto di vista della situazione cambia. A volte anche notevolmente. 

Sono molto grata per la persona che mi ha segnalato tutto ciò. È capace di aprire porte, sicuro. Mi ha fatto vedere Oltre. Bisogna sempre cercare di vedere Oltre.

E voi? Cosa ne pensate? Quale sarebbe stata la vostra reazione a una foto imperfetta?

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